CHI SONO

Oggi voglio raccontarvi di me.

 

Sono cresciuta a Valle di Cadore, tanti miei concittadini mi ricordano ancora come una piccola birbante che correva al campo da calcio in mezzo ai maschietti.

 

Vengo da una famiglia di lavoratori.

 

Mia madre, friulana di San Daniele, parrucchiera fino a pochi mesi fa.

Donna tenace, severa ma sempre disponibile.

Lo ammetto, dei tre fratelli che siamo, io sono certamente la cocca di casa.

 

Mio padre, altoatesino, della Valle Aurina, lavoratore nato.

Qualsiasi cosa gli si chiede di fare lui è presente.

Boscaiolo da sempre.

Capace di qualsiasi tipo di lavoro, senza paura di niente ma con un animo fin troppo buono.

A me non sa mai dire di no.

 

Ho avuto un’infanzia felice.

La scuola, i compagni, le infinite partite di pallone, le casette sugli alberi, le balle di fieno d’estate, le pecore in autunno.

Un’infanzia semplicemente bella e serena.

 

Avevo forse 10 anni e quando mi hanno chiesto cosa volevo fare da grande ho risposto: giocare in nazionale di calcio e fare l’avvocato.

 

Il calcio è stato sempre la mia grande passione.

Ho giocato con i maschi fino a 15 anni, togliendomi qualche soddisfazione.

Nella categoria giovanissimi, l’ultimo anno che ho giocato con i maschietti, ho vinto il premio indetto dal Gazzettino come miglior calciatore assoluto.

 

Da li poi nel calcio femminile mi sono tolta le mie belle soddisfazioni fino ad arrivare alla nazionale.

 

Da piccola praticavo anche il pattinaggio di velocità.

Non ero cosi portata, ma da subito ho capito che per me era più bello lo sport di squadra.
Amavo la condivisione, il superare i momenti difficili insieme, il festeggiare dopo una partita tutti insieme, guardarsi nello spogliatoio prima del fischio d’inizio, allenarsi forte per non rimanere fuori dall’undici titolare.

 

Il calcio mi ha permesso di fare esperienze di vita importanti.

 

Ho vissuto in città importanti come Verona, Milano ed Olbia.

Ho visto realtà differenti giocando in regioni a statuto speciale (Trentino Alto Adige, Friuli e Sardegna) e ho avuto la possibilità di laurearmi in giurisprudenza all’università di Milano.

 

Con la nazionale ho girato tutta l’Europa.

 

Insomma, lo sport è stata una palestra di vita importante.

 

Ho imparato a vincere ma soprattutto ad accettare le sconfitte e a ripartire da quelle.

Ho imparato che in un gruppo esistono delle regole, ho preso anche le mie belle batoste dagli allenatori, avevo un talento importante e molto spesso questo, unito all’esuberanza della giovane età, mi faceva andare oltre le righe.

 

Ho imparato quanto un gruppo sia importante, quanto l’interdipendenza sia necessaria per vincere le partite e quanto l’allenamento sia fondamentale per le vittorie.

 

Ad un certo punto ho capito che la mia carriera stava per giungere al termine.

Non è facile capire il momento di dire stop ma andare oltre significa “cancellare” tutto ciò che di buono si è fatto.


Allora ho chiuso con il Trento in una partita di finale di coppa.

Ho segnato il gol del pareggio, del quale custodisco gelosamente la foto e così siamo finite ai rigori.

 

Calciai l’ultimo rigore, quello decisivo.

 

La palla entrò in rete e ricordo ancora l’emozione e la corsa pazza a braccia aperte, l’abbraccio soffocante delle compagne.

Uno dei momenti più emozionati della mia carriera.

 

Poi è iniziata la mia esperienza amministrativa, così, quasi per gioco.

 

In un certo senso anche lì è stato un allenamento ed ora forse mi trovo davanti alla partita decisiva dove si vedrà se mi sono allenata bene.

 

Non è stato facile, prima la morte del ragioniere, poi Vaia ed infine il Covid.

 

Abbiamo sempre risposto presenti. 

Personalmente ho messo testa e cuore in tutto ciò che ho fatto.

 

Sono cresciuta, ho studiato ed approfondito molte cose e ora mi sento pronta a guidare per altri 5 anni il nostro paese.

 

Credo di essere una persona tenace, combattiva, onesta e leale.

Ho competenze e le ho sempre messe a disposizione (un po' come il talento quando giocavo).

 

La sfida per me è avvincente e non ho paura di dire che ho rispetto dell’avversario, ma io gioco per vincere.

 

#misonpronta #laforzadellasquadra



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